venerdì 25 marzo 2016

Comunità e Turismo

La comunità come elemento imprescindibile dell’offerta turistica porta a riflettere sul suo valore umano ed economico.




Il termine necessariamente implica un insieme di persone che condividono un territorio, una parlata, uno stile di vita, un percorso storico, interessi e consuetudini comuni.  E’ quindi un riconoscersi cittadini diversi perché unici, portatori di caratteristiche particolari originali e attraenti. La nostra isola ha tutte le doti per ritrovare e rafforzare questo spirito.

Abbiamo un ambiente naturale invidiabile, una storia unica, una parlata speciale, espressioni artistiche eccellenti nella lingua, nella pittura, nella musica. Dovrebbe così emergere uno spirito di solidarietà e di orgoglio in ognuno di noi. Negli ultimi decenni questo sentimento anziché diffondersi ha lasciato il posto in alcuni a un atteggiamento critico e distruttivo, che ci ha portato ad una profonda crisi.

Il senso di comunità va progressivamente ricostruito se vogliamo che per tutti noi ci sia un futuro. La cultura, come argomento di programma, non può prescindere da esso, poiché con questo termine si definiscono le conoscenze e le esperienze di un gruppo e quindi la sua identità, ma anche la visione di un futuro comune di benessere per tutti. 

Se poi analizziamo la questione dal punto di vista strettamente turistico- economico, non possiamo ignorare che sia cresciuta la domanda di esperienze che possano rappresentare per il consumatore elemento di crescita e di arricchimento spirituale e intellettuale. Si parla di turisti che sono interessati alla cultura, all'ambiente, alla storia dei luoghi visitati. Non possiamo certo competere con altre località balneari che offrono maggior numero di eventi, offerte meno costose in rapporto a proposte simili, ma possiamo offrire delle emozioni che altri non sono in grado di dare. Lo possiamo fare anche nei mesi non estivi. In che modo? Soprattutto sviluppando un atteggiamento  solidale.


Nell'esperienza turistica risulta di grande valore entrare in una comunità viva e reale, nelle sue consuetudini, nei suoi ritmi, nelle  sue peculiarità. Penso a quale attrattiva possa essere ad esempio osservare la vita dei pescatori, visitare un casone, ascoltare i ragazzi del luogo che parlano della storia della nostra città o persone (magari di un’associazione) che raccontano le leggende locali. Non si tratta di alimentare una visione nostalgica, ma proprio di riconoscere il valore e la modernità delle tradizioni, i contenuti che certe forme di esperienza umana possono ancora trasmettere e proiettare verso il futuro.



Considerare il turismo come una grande opportunità non solo economica ma anche culturale, sociale e civile, partendo da una visione di vantaggio comune. Riscoprire la memoria, che  non è un elemento statico, ma un potente contenitore che raccoglie diverse storie e permette di riflettere su quello che eravamo e siamo diventati, di confrontarci con altri  anche sui modi di affrontare il futuro.

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