Caro Sindaco,
Visto il pugno allo stomaco inferto alla città di Grado con
l’innalzamento a otto livelli dello Stella Maris, era quantomeno auspicabile
che la comunità gradese ottenesse in cambio qualcosa in più che un pugno di
mosche...
Ammesso e non concesso che a Grado occorresse un nuovo parallelepipedo di 24 metri fronte mare, ne sentivamo davvero la mancanza, quantomeno si doveva vincolare l’intervento alla costruzione di un albergo, in senso stretto! Complice una legge regionale sul turismo che esisteva dapprima che lei decidesse di regalare un pio sostegno al pio sovvegno.
Oggi, il suo richiamo a quella legge giunge più come una presa in giro che come una giustificazione.
La previsione di inserire le unità abitative comprensive di cucina (“appartamentini”) lascia intendere una volontà ben precisa da parte del proponente: non un albergo affacciato sull'Adriatico, dotato di servizi e del relativo personale, ma uno stabile più prossimo a un Aparthotel.
La differenza in termini di ricaduta occupazionale è lampante e siccome ci siamo giocati per sempre una delle vedute migliori di Grado, era doveroso garantire un ritorno per la collettività.
Lei ha voluto praticare la strada della Variante “Alberghi”, nonostante Liber@, per voce del consigliere Facchinetti, le avesse più volte ripetuto che con quelle norme non esisteva la possibilità di vincolare la costruzione di veri e propri alberghi, per come li intendiamo noi.
Siamo più che mai convinti che tre anni fa occorresse emanare tassativamente un provvedimento di autotutela per la riscrittura del Piano Regolatore, dandoci la possibilità di “giocare” a bocce ferme, magari per inserire quelle garanzie di cui lei oggi lamenta l’inesistenza.
Caro sindaco, la nostra non è preveggenza ma prevenzione.
Con lei al potere Grado indubbiamente continua a crescere.
Peccato lo faccia solo in altezza e in larghezza.
Per tutto il resto rimaniamo al palo.
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