lunedì 9 settembre 2013

Richiesta dimissioni del sindaco: rassegna stampa (prima parte)

del Gruppo di Liber@


Pubblichiamo di seguito le tre note di Liber@ inviate ai media locali...













Pubblichiamo di seguito le tre note di Liber@ inviate ai media locali. Si riferiscono nell'ordine all'evasione ICI/IMU del sindaco Edoardo Maricchio, all'uso della vettura privata nonostante il "fermo Amministrativo" imposto da Equitalia ed allo "smarimento" della sua autocertificazione firmata al momento dell'insediamento a sindaco di Grado.

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Circa un mese fa l’amministrazione Maricchio portava in Consiglio comunale il bilancio 2013 nel quale, tra scelte obbligate ma anche discrezionali, aumentava, e di molto, la pressione fiscale ai cittadini gradesi, parte dei quali già in notevole sofferenza economica.

In un momento così difficile, oltre che per i bilanci familiari, anche per le casse del Comune, di tutto potevamo immaginare di scoprire, tranne che il primo cittadino fosse un “evasore” dell’Imposta Comunale sugli Immobili (ICI), ora Imposta Municipale Unica (IMU). 

Infatti apprendiamo dall’Ufficio tributi del Comune di Grado che il sindaco, in qualità di coerede di un immobile appartenuto ai genitori e per il quale a quasi 4 anni di distanza dal loro decesso non è stata fatta alcuna successione, non ha pagato l’imposta ICI del 2010 e 2011 e non ha versato il saldo IMU del 2012 e l’anticipo del 2013. Inoltre, il signor sindaco, non ha versato il saldo IMU 2012 per l’abitazione che risulta sua “prima casa”.

Risulta intollerabile chiedere ai propri cittadini di stringere la cinghia per far tornare i conti del bilancio cittadino e poi privatamente evadere le imposte comunali. Il sindaco è una figura importante nei comuni ed è obbligato ad avere requisiti morali degni per poter amministrare e rappresentare decorosamente i propri cittadini. Crediamo che “evadere” le tasse del comune che si amministra sia un “pessimo” segnale lanciato agli altri cittadini e soprattutto leda in modo inequivocabile la figura istituzionale e la credibilità del sindaco di una città importante come Grado.

Il ministro Josefa Idem in giugno di quest’anno, pur non essendo direttamente coinvolta nell’amministrazione cittadina, si è dimesso per non aver pagato l’ICI al proprio comune di residenza; crediamo che l’unica strada per tornare a dar credibilità all’istituzione cittadina, passi per le immediate dimissioni del sindaco, anche in rispetto dei tanti cittadini che hanno rinunciato a soddisfare bisogni essenziali per pagare le tasse. 

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Da una verifica effettuata presso l’Ufficio Tributi del Comune di Grado è emerso che il sindaco non ha pagato l’ICI e poi l’IMU dal 2010, come nel dettaglio riportato nell’articolo di ieri. La cosa è di per se inaccettabile perché il primo cittadino, cui compete l’amministrazione del paese, non può da un lato imporre le tasse ai propri cittadini e dall’altro non onorarle lui personalmente. 

Ne va della sua credibilità, ne va della sua figura istituzionale, ne va dell’autorevolezza dell’ente che rappresenta tutti i cittadini gradesi. Certo, potrebbe trattarsi “solamente” di sviste o dimenticanze, ammesso che sia tollerabile “dimenticarsi di pagare le tasse”, però, c’è un nuovo elemento che preoccupa i componenti di Liber@ e che dovrebbe preoccupare la cittadinanza di Grado e cioè, da una verifica fatta al Pubblico Registro Automobilistico, risulta che la sua autovettura, simpaticamente definita il “carrarmatone nero” per la sua imponenza e presenza in ogni dove durante la campagna elettorale e nei periodi successivi, risulta sotto provvedimento di “fermo amministrativo” imposto da Equitalia già dal 19/04/2011, quindi già in piena campagna elettorale. 

Ricordiamo che l’art. 214 del Codice della Strada prevede che un mezzo sottoposto a Fermo Amministrativo non solo non possa circolare, ma non possa nemmeno sostare in luoghi sottoposti a passaggio pubblico. 

Alla luce di quanto emerso, il quadro che si va delineando è di una persona che non solo non ha pagato le imposte comunali, ma che nemmeno rispetta la legge, nel particolare non osservando un provvedimento legalmente emesso dall’Autorità. Ribadiamo, che essendo stata minata la credibilità della figura istituzionale del sindaco, non vi sia alternativa alle immediate dimissioni. 

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Durante il primo Consiglio comunale dell’attuale amministrazione gradese, tutti gli eletti, sindaco compreso, furono invitati a firmare un documento attestante che non vi fossero motivi di ineleggibilità e di incompatibilità alla carica di consigliere comunale. 

Allora fu il consigliere Tirelli ad incalzare il neo sindaco Edoardo Maricchio  e l’allora segretario comunale Gabriella Lugarà, per sapere se fosse stata verificata l’attendibilità e la veridicità di quelle autocertificazioni e chi se ne fosse occupato. L’allora neo sindaco Maricchio rispose “ per quanto ci riguarda abbiamo verificato”, mentre il segretario Gabriella Lugarà concluse il suo intervento circa le condizioni di ineleggibilità ed incompatibilità di tutti i consiglieri, dichiarando “per quello che mi è stato sottoposto io ho verificato l’assenza”.

il gruppo di Liber@, una volta scoperta la posizione debitoria del sindaco nei confronti dell’ente che amministra, risalente a prima della sua elezione, si è precipitato presso la segreteria generale del Comune di Grado, per recuperare la sopra citata autocertificazione del primo cittadino, scoprendo, con grande sorpresa, che sono depositate agli atti tutte le autocertificazioni dei consiglieri comunali attuali, mentre non si trovano proprio quella del sindaco e di altri due consiglieri di maggioranza. 

Alla luce di quanto emerso, il gruppo di Liber@ ritiene indispensabile, oltre alle già richieste dimissioni del sindaco, che il Comune di Grado si attivi prontamente per accertare i motivi della mancanza di tale documento, verificando magari, ora per allora, eventuali cause di ineleggibilità ed incandidabilità.

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