Dario Raugna
Cari colleghi Consiglieri,
Stando a quanto dichiarato dal segretario del Comune di GRADO dott. Santi Terranova in risposta alla mia interpellanza dd. 20 marzo 2105, la Confidi Reale, di cui non si conosce né il bilancio né lo stato patrimoniale dei soci, con il 155 – comma 4 e nonostante il parere contrario della Banca d’Italia può farsi garante nei confronti del Comune di GRADO per 5 MILIONI e 600 MILA EURO per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria nella Grado-3.
Questo perché nella Convenzione da lui rogitata (cioè di cui era il notaio) sebbene venga previsto il “deposito di idonea polizza fideiussoria” non vi è alcun riferimento che essa debba essere rilasciata da un “primario istituto bancario”.
E’ sul “primario” che cadiamo, cosicché viene considerato IDONEO anche ciò che apparentemente non lo è. Un fatto alquanto singolare considerato che stando a quanto pubblicato dalla Banca d’Italia sul suo sito (vedi) , che il segretario dice di aver controllato prima di accettare la fideiussione (vedi), e a quanto risposto dalla Banca d’Italia ad una nostra precisa domanda (scarica file), la Confidi Relae non può rilasciare garanzie nei confronti della Pubblica Amministrazione .
Ed è anche logico che sia così perché se prevedessimo che una società così composta, di ignoto stato patrimoniale e non sottoposta a vigilanza prudenziale da parte della Banca d’Italia potesse rilasciare delle garanzie così onerose nei confronti della Pubblica Amministrazione, tanto varrebbe non prevederle nemmeno queste garanzie, vista la loro inutilità.
Tali garanzie non sono per nulla marginali o accessorie, così come vorrebbe lasciare intendere la Giunta, procrastinando il ruolo di controllo della pubblica amministrazione al momento della pubblicazione del bando di gara per l’assegnazione dei lavori per le opere di urbanizzazione primaria.
Già l’aver deciso di posticipare la presentazione di tali garanzie al momento del rilascio dei permessi di costruire, anziché al momento della stipula della convenzione, così come previsto in questi casi dallo “schema tipo”, ha permesso al costruttore di ottenere un titolo abilitativo viziato da inidoneità. Voler superare quanto previsto dall’Art.3 della Convenzione con futuribili controlli, o esercizi di potere dalla dubbia legittimità di cui non si conoscono le origini giuridiche, più che un buon proposito sembra un atto di goliardia politica e amministrativa. Se la prassi vuole che la garanzia fideiussoria sia legata alla convenzione una ragione ci sarà pure. Più ci spostiamo “a valle” nel procedimento e minori saranno le nostre capacità di controllo su quel piano di espansione. Perché perseverare nell’errore? Credo che su questo si possa convenire all’unisono.
Singolare il fatto che il segretario cerchi di attribuire a noi un mancato controllo sugli atti di sua competenza. E’ vero, siamo stati informati dalla segreteria che lui dirige su tutti gli atti relativi il procedimento in oggetto e non appena siamo venuti a conoscenza di elementi che avrebbero messo a rischio l’interesse pubblico li abbiamo prontamente segnalati al segretario prima e al Consiglio comunale poi, tantoché, se non fosse stato per il nostro intervento il Comune di Grado avrebbe tutt’ora ritenuto idonea ed escutibile la polizza ISIFIN, stipulata da un istituto che nemmeno esiste, relativa ad altra convenzione, sostituita da quella attuale che nemmeno sappiamo far rispettare. Così come il Consorzio Lido Moreri al proprio interno avrebbe continuato ad avere come unico socio la ditta Limbara e tale circostanza avrebbe potuto portare allo scioglimento della ditta lottizzante.
Purtroppo siamo dotati di una struttura nemmeno paragonabile a quella che il segretario coordina e dirige.
Facciamo affidamento sul nostro lavoro e sulle nostre tasche. Per inciso, una visura camerale storica tra tasse e diritti ci costa quasi 50 euro, ciò è avvenuto con ISIFIN, Confidi Reale, Consorzio Lido Moreri e Limbara. Il conto è presto fatto. Non vorrei che una precisa prerogativa dei suoi uffici venisse fatta passare per un omesso controllo da parte nostra, poiché tale ipotesi oltre che surreale sarebbe altamente offensiva nei nostri confronti.
Il segretario, sempre in risposta alla mia interrogazione, asserisce che i Confidi siano previsti dalla Legge Regionale n.2 del 2012 (link ) Art.7.
Ebbene, tale ipotesi è prevista dal comma 4 del suddetto articolo ma solo per i CONFIDI vigilati e autorizzati ai sensi dell’ articolo 107 del decreto legislativo 385/1993.
Al comma 5 invece è prevista una norma transitoria ormai scaduta, valevole fino al 31 dicembre 2012 e rivolta ai confidi operanti ai sensi dell’art.106. Per inciso, la Confidi Reale comincia ad operare nel 2013, viene quindi difficile pensare che nel 2012 potesse accreditarsi con la nostra Regione.
4. I confidi vigilati, autorizzati ai sensi dell' articolo 107 del decreto legislativo 385/1993 , e operanti nel territorio regionale possono convenzionarsi con l'Amministrazione regionale per l'attuazione delle misure di cui al presente articolo, alle condizioni e previo possesso dei requisiti individuati attraverso bando.
5. Ai fini e ai sensi del comma 4, fino al 31 dicembre 2012, possono convenzionarsi con l'Amministrazione regionale, altresì, i confidi iscritti all'albo di cui all' articolo 106 del decreto legislativo 385/1993 .
Veniamo ora alla metafora del cuoco e del direttore di sala, così come ama definirsi il segretario, a chi ha cucinato la pietanza e a chi l’ha servita al lottizzante su un piatto d’argento:
Il “Piano Particolareggiato Comunale di iniziativa privata denominato: Variante al P.R.P.C. Comparto B – Sacca dei Moreri – Grado” fu adottato dal Commissario Giovanni Blarasin (Segretario: Dott.ssaGabriella Lugarà) e approvato definitivamente in Consiglio Comunale dall'attuale maggioranza politica.
Per essere chiari NOI VOTAMMO CONTRO!. E’ vero, non riuscimmo a produrre nessuna osservazione ma di questo non ci sentiamo assolutamente responsabili. La lettura di tutta quella documentazione, nel poco tempo concessoci, nonché l’elevato grado di preparazione necessario, nella fattispecie in materia urbanistica, che è andato progredendo nel corso del nostro mandato (eravamo all’inizio), ha fatto si che non ci accorgessimo della gravità sul versante delle garanzie fideiussorie. Ma tra noi che non votammo quel Piano e coloro che lo votarono mi pare che non sia difficile individuare dove stiano le responsabilità politiche di quell’approvazione.
Va comunque sottolineato che lo “Schema di Convenzione” approdato in Consiglio Comunale era difforme dalla Convenzione vera e propria successivamente rogitata dal segretario Comunale, poiché nel suddetto schema, come ditta lottizzante, appariva il solo Consorzio Lido Moreri. Successive nostre verifiche hanno portato al caso di unipersonalità della ditta Limbara, che nella Convenzione figurava in qualità di unico socio del Consorzio, apparentemente risolto dopo la nostra segnalazione.
Tale anomalia non poteva quindi venir da noi (e nemmeno da voi colleghi consiglieri) segnalata all’atto di approvazione di quel Piano per il semplice fatto che non compariva agli atti!
Vediamo quindi quante e quali responsabilità mi sento di attribuire al “direttore di sala” e perché io ritenga (ma è solo la mia opinione) che sarebbe il caso che andasse a prestare la sua opera in un altro ristorante, magari pluristellato, confacente con il suo rango.
1) L'ente da lui diretto e coordinato ha rilasciato ben tre permessi di costruire senza che vi fosse una fideiussione valida, come da convenzione urbanistica da lui stesso rogitata;
2) Dopo la nostra segnalazione propone agli uffici 20 giorni di "riflessione procedimentale", tempo che è servito al lottizzante per dare l'inizio lavori su quei permessi di costruire illegittimamente ottenuti, rendendo così più difficile l’innesto della “retromarcia”;
3) Al termine di questa profonda "riflessione procedimentale", in cui non è dato sapersi quale ruolo abbia ricoperto, il dirigente dell’Area Tecnica Andrea De Walderstein considerava ancora valida la fideiussione ISIFIN con una somma massima GARANTITA di 11 milioni di euro. Tale circostanza viene ribadita due mesi dopo dall’Avvocato della ditta Limbara. Una semplicissima visura camerale avrebbe fatto emergere che tale società non esisteva più, difficile quindi che qualcuno potesse ritenere idonee le garanzie anzitempo rilasciate nei confronti di chicchessia. Nel contempo il dirigente chiede alla ditta lottizzante di produrre una nuova garanzia fideiussoria con validità di soli 3 anni, in barba alla convenzione urbanistica rogitata dallo stesso Segretario;
4) Successivamente la nostra segnalazione correggono il tiro e ne chiedono una per 5 anni (interpretazione restrittiva della convenzione- il Piano dura 10 anni);
1) L'ente da lui diretto e coordinato ha rilasciato ben tre permessi di costruire senza che vi fosse una fideiussione valida, come da convenzione urbanistica da lui stesso rogitata;
2) Dopo la nostra segnalazione propone agli uffici 20 giorni di "riflessione procedimentale", tempo che è servito al lottizzante per dare l'inizio lavori su quei permessi di costruire illegittimamente ottenuti, rendendo così più difficile l’innesto della “retromarcia”;
3) Al termine di questa profonda "riflessione procedimentale", in cui non è dato sapersi quale ruolo abbia ricoperto, il dirigente dell’Area Tecnica Andrea De Walderstein considerava ancora valida la fideiussione ISIFIN con una somma massima GARANTITA di 11 milioni di euro. Tale circostanza viene ribadita due mesi dopo dall’Avvocato della ditta Limbara. Una semplicissima visura camerale avrebbe fatto emergere che tale società non esisteva più, difficile quindi che qualcuno potesse ritenere idonee le garanzie anzitempo rilasciate nei confronti di chicchessia. Nel contempo il dirigente chiede alla ditta lottizzante di produrre una nuova garanzia fideiussoria con validità di soli 3 anni, in barba alla convenzione urbanistica rogitata dallo stesso Segretario;
4) Successivamente la nostra segnalazione correggono il tiro e ne chiedono una per 5 anni (interpretazione restrittiva della convenzione- il Piano dura 10 anni);
5) Viene accettata la fideiussione della CONFIDI Reale, società di cui non sono noti né i bilanci né lo stato patrimoniale dei soci, che opera con l'Art.155 comma 4, in barba a quanto prescritto sul sito della Banca d'Italia che il segretario dice di aver controllato prima di prendere la sua decisione;
6) Non ritiene opportuno chiedere un parere alla Banca d’Italia sull’idoneità della Confidi Relale, dopo quanto avvenuto con Isifin e da noi tempestivamente segnalato, cosa che fa solo dopo aver conosciuto la risposta che la stessa Banca d’Italia ha fornito ad un nostro quesito; né risulta agli atti un parere di un consulente esterno, nemmeno di quello che ha formato i nostri dirigenti sul tema della garanzia fideiussoria, attraverso un corso da lui stesso promosso. Evidentemente non ne sentiva la necessità;
7) Anziché chiedere un parere alla Banca d'Italia (cosa che abbiamo fatto noi) si rivolge all'anticorruzione, sempre a seguito di una nostra segnalazione in cui evidenziavamo quanto riportato in un documento dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavoro, servizi e forniture (oggi “Anticorruzione”) che evidenziava un fenomeno "Allarmante" segnalato dalla Banca D'Italia sui "rischi assunti da intermediari non commisurati alle loro strutture patrimoniali ed organizzative, o anche da soggetti non autorizzati a svolgere tali attività in quanto non iscritti nell'elenco speciale di cui al richiamato art. 107 del TUB".
6) Non ritiene opportuno chiedere un parere alla Banca d’Italia sull’idoneità della Confidi Relale, dopo quanto avvenuto con Isifin e da noi tempestivamente segnalato, cosa che fa solo dopo aver conosciuto la risposta che la stessa Banca d’Italia ha fornito ad un nostro quesito; né risulta agli atti un parere di un consulente esterno, nemmeno di quello che ha formato i nostri dirigenti sul tema della garanzia fideiussoria, attraverso un corso da lui stesso promosso. Evidentemente non ne sentiva la necessità;
7) Anziché chiedere un parere alla Banca d'Italia (cosa che abbiamo fatto noi) si rivolge all'anticorruzione, sempre a seguito di una nostra segnalazione in cui evidenziavamo quanto riportato in un documento dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavoro, servizi e forniture (oggi “Anticorruzione”) che evidenziava un fenomeno "Allarmante" segnalato dalla Banca D'Italia sui "rischi assunti da intermediari non commisurati alle loro strutture patrimoniali ed organizzative, o anche da soggetti non autorizzati a svolgere tali attività in quanto non iscritti nell'elenco speciale di cui al richiamato art. 107 del TUB".
Tutto questo avviene mentre la pasta cucinata da altri si trovava sul pass pronta per essere servita. A questo punto, senza che nessuno si senta offeso, è chiedere troppo che se ne vada a prestare la sua preziosissima opera altrove?
Fermo restando che è mia (nostra) prerogativa quella di decidere come tale richiesta debba venir formalizzata, forma e modo sui quali non accetto ingerenze da parte di chicchessia.
Così come gli risposi in un’altra occasione, quando e se avrò bisogno di un consulente politico saprò a chi rivolgermi. Lui risponda solo se interpellato.
Cordiali Saluti
Dario Raugna
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