mercoledì 5 giugno 2013

La terra promessa

di Ivana Gherbaz 
dal Fatto Quotidiano del 05 giugno 2013



La pioggia, una strada coperta di fango e una moto che scivola. Grado, località turistica del Friuli Venezia Giulia, 2007: sulla provinciale da mesi passano centinaia di camion carichi di materiali inerti che lasciano dietro a sé una scia di sabbia. (CLICCA QUI per vedere le foto - n.d.r.)











Dopo l’intervento delle forze dell’ordine sul luogo dell’incidente, si scopre che quei camion scaricavano migliaia di metri cubi di materiale nella valle Cavarera, sui terreni di proprietà della Monte mare Grado, società del patron del Palermo Maurizio Zamparini.
Il pm del Tribunale di Gorizia Valentina Bossi vuole capire cosa sta succedendo. Gli elicotteri dei Carabinieri del Noe scattano foto. Si contano i camion, più di 10 mila per un totale di 230 mila metri cubi di materiale movimentato.

A novembre 2012 il giudice del Tribunale di Gorizia Rossella Miele condanna in primo grado a 1 anno e 4 mesi Andrea Maurizio Zamparini, amministratore unico della società, partecipata al 90 per cento dalla Monte mare costruzioni del gruppo di famiglia e al 10 % dall'imprenditore gradese Adriano Bernardis. 
Zamparini junior ha violato il vincolo paesaggistico che protegge valle Cavarera e ha realizzato e gestito una discarica di rifiuti speciali non pericolosi senza di autorizzazione (reato prescritto).
Parte con il piede sbagliato “Zampaman” che nel 2005 ha messo le mani anche su Grado acquistando per 80 milioni di euro i terreni in valle Cavarera dove realizzare Zamparini city, come la chiamano in città. Cioè il “Limonium wellness center”, firmato dall'architetto Matteo Thun, una lottizzazione da 800 milioni di euro su 132 ettari, che dovrebbe ospitare il più grande centro termale d’Europa, residenze da 6 mila euro al metro quadrato, con soluzioni ecologiche all'avanguardia e innovative, parola di Zamparini.

Dal 2005 c’è stato un susseguirsi di piani particolareggiati creati ad hoc. Un intreccio di norme, permessi a costruire e accertamenti paesaggistici concessi e poi ritirati, e sanatorie, che non hanno impedito alla Monte mare Grado di depositare sui suoi terreni 230 mila metri cubi di materiale, provenienti dalla Coopsette: all'epoca stava sbancando una collina per costruire il centro commerciale Montedoro Free Time a Muggia (Trieste).
Rifiuti che il Tribunale di Gorizia ha classificato come speciali non pericolosi, con tracce di idrocarburi, e che Zamparini avrebbe accolto sui suoi terreni completamente gratis. Ora il giudice Miele ha ordinato alla Monte mare Grado di asportare i materiali e ripristinare i terreni.

Maurizio Zamparini parla di un errore giudiziario: “Prima il Comune di Grado ci ha detto che potevamo portare là quel materiale poi, invece, che non avevamo il permesso, infine abbiamo pagato per la sanatoria. L’assessore regionale Federica Seganti ci disse che a Trieste si stavano scavando delle gallerie e si poteva prendere il materiale.

Mio figlio, che era solo amministratore di quella società, a Grado non ci è mai venuto”. Per ora il progetto è fermo. Anche se è stato presentato ai gradesi con enfasi qualche settimana fa. Zamparini ha detto di essere in contatto con imprenditori russi, arabi, indiani, afghani: “Daremo da lavorare a un migliaio di persone. Farò di questa località turistica la Biarritz dell’Adriatico”.
Il progetto è contestato dalle associazioni ambientaliste e dal gruppo Liber@, ora il partito più votato a Grado con tre consiglieri comunali. Secondo Liber@ è l’ennesima speculazione edilizia.

Il socio di Zamparini, Adriano Bernardis ha già pensato a una Grado 3: 500 appartamenti residenziali, 350 turistici e un albergo da 80 camere per un totale di 1800 posti letto. Da Isola d’oro a isola del cemento.





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